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Donne e Lavoro, da sempre un tema caldo.
In Italia il numero delle donne occupate è tornato quest’anno ai livelli pre-crisi e i dati provvisori Istat parlano a gennaio 2023 di 9,87 milioni di lavoratrici in Italia. Il nodo però resta sempre quello dei ruoli e degli stipendi. Anche se qualcosa sta iniziando a cambiare, come conferma il recente via libera al Parlamento europeo alla direttiva sulle donne nei consigli di amministrazione. Entro giugno 2026 infatti tutte le grandi società quotate nell’Unione Europea dovranno adottare misure per incrementare la presenza delle donne nelle posizioni apicali.
Le quote di genere possono sembrare una misura ingiusta per alcuni, che ritengono che le capacità debbano essere l’unico criterio di selezione. “Tuttavia anche il merito può essere arbitrario. Le quote di genere non dovrebbero sostituire il merito, ma piuttosto fornire un’opportunità per dimostrarlo” racconta Corinne Dentello regional marketing manager di DiliTrust.
Da quando nel 2011 il Parlamento italiano ha approvato la legge Golfo Mosca, che impone quote di genere nei consigli di amministrazione e collegi sindacali delle società quotate la situazione è molto migliorata.
Il criterio più importante per l’equilibrio di genere rimane comunque la flessibilità: servono nuovi modelli di lavoro che consentano una migliore distribuzione delle responsabilità familiari, che oggi sono per la maggior parte a carico delle donne e che costituiscono una delle principali barriere al raggiungimento di ruoli dirigenziali.