In ricordo di Elena Marinucci. Una femminista riformista. Senato Roma 25 marzo 2024

Lunedì 25 marzo a Roma, a Palazzo Madama, sede del Senato della Repubblica, la Presidente della Fondazione Bellisario, Lella Golfo ha organizzato un evento in ricordo di Elena Marinucci.

Elena è stata Premio Bellisario nel 1989, ad un anno dalla sua morte la Fondazione vuole ricordarla così; sono stati molti i commossi ed emozionanti  interventi: la Presidente Lella Golfo, Gennaro Acquaviva, Anna Cinzia Bonfrisco, Margherita Boniver, Paola Cacianti, Mariapia Garavaglia, Eugenia Maria Roccella, Linda Laura Sabbadini, Luisa Todini, Livia Turco, Maurizio Sacconi, Silvia Vaccarezza, tutte persone che hanno avuto l’onore di percorrere un pezzo di strada insieme a lei e che hanno voluto rievocare  le tappe fondamentali della vita di questa straordinaria donna.

Fu eletta tre volte al Senato (‘83-‘94), una volta al Parlamento Europeo (‘94-‘99), nell’83 fu anche membro della Commissione Giustizia del Senato e Sottosegretaria alla Sanità (‘87-‘92).
Era iscritta all’Unione Donne Giuriste, diventò attiva in politica durante le manifestazioni a favore della legge Fortuna-Baslini sul divorzio. Trasferitasi a Roma, si avvicinò all’ambiente femminista, iniziando a frequentare gruppi di autocoscienza, partecipando al gruppo del Teatro della Maddalena, fondato nel 1973 da Dacia Maraini, e fondando sul finire del decennio la “Lega delle donne per il Socialismo“.

Fu attiva anche nel comitato socialista, fondato da Adriana Fabbri Seroni a difesa della Legge 194, e al congresso del Partito Socialista Italiano del 1981 a Palermo venne nominata da Bettino Craxi Responsabile femminile nazionale del PSI. In tale veste ottenne l’inserimento di una quota del 25% degli incarichi direttivi del partito riservata alle donne e organizzò convegni invitando personalità femminili di altri paesi europei per stimolare il dibattito e per il superamento del concetto di parità formale o legale verso il principio delle “pari opportunità”.

Quando Craxi divenne Presidente del Consiglio, proprio su richiesta di Elena Marinucci, fu inserita la parità di genere tra gli obiettivi del governo e il 12 giugno 1984 venne istituita la “Commissione nazionale per la realizzazione della parità tra Uomo e Donna presso la Presidenza del Consiglio“, composta da 30 donne, presieduta da Elena Marinucci fino al 1987, il cui scopo era quello di adeguare la legislazione vigente ai principi della parità di genere. Nel corso della stessa legislatura come membro della Commissione Giustizia del Senato presentò una proposta di legge per accorciare il tempo che separava divorzio e separazione, ridotto così nel 1987 da cinque a tre anni.

Quando pensai alla proposta di legge sulle quote di genere Elena ne fu entusiasta” – racconta la Presidente Lella Golfo- “per due lunghi anni mi consigliò e mi incoraggiò. Nel mio discorso per l’approvazione alla Camera la ringraziai. Lei era in Aula con gli occhi lucidi come se quella legge fosse stata sua”. Era il 12 luglio 2011 e la Legge Golfo -Mosca divenne Legge dello Stato.

Il nome di Elena Marinucci evoca immediatamente il suo impegno politico e istituzionale, fu una donna dalle forti passioni politiche, che ha vissuto tutte le fasi più interessanti della storia delle donne in Italia. Dal neofemminismo post-sessantottesco, al filone riformatore laico-socialista, che ha guidato e sostenuto tante battaglie spesso con a fianco, come ha ricordato l’On. Lella Golfo, costituendo così un gruppo di donne impegnate e preparate ai vertici della politica socialista. È grazie a loro che si è arrivati al “Femminismo Riformista” che negli anni Ottanta ha proposto e realizzato iniziative concrete a favore delle donne.

Elena è scomparsa a 95 anni, il 31 marzo di un anno fa. Noi la ricordiamo commossi nella convinzione che la sua opera costituirà   sempre uno stimolo e un orientamento per le battaglie femminili di oggi. Lascia in eredità un grande vuoto ma anche un segno tangibile del suo impegno, delle cose fatte, delle idee generose, della sua capacità intellettuale di trasformare il pensiero in atti costruttivi.

L’emancipazione femminile deve avvenire dentro ai partiti con gli uomini. Tanta storia di noi la dobbiamo a quelle donne che hanno anteposto loro stesse a dei principi e a degli importanti valori di equità e civiltà”. Questa è la sua “Bella Vita”. Grazie Elena, noi non ti dimenticheremo mai.